La spalla è un complesso anatomico formato da tre ossa: scapola, clavicola e testa omerale, che sono raccordate in due articolazioni: la gleno-omerale e l’acromion-claveare.
- L’articolazione gleno-omerale possiede la particolarità di lavorare sospesa ed è costituita dall’estremità sferoidale della testa omerale che ruota su una superficie della scapola, detta glena, consentendo al braccio di compiere una rotazione vicina ai 360° nello spazio.
- L’articolazione acromion-claveare è formata dall’estremità della clavicola e da una parte della scapola chiamata acromion; le due ossa si affrontano mantenendo il reciproco rapporto mediante una spessa capsula e robusti legamenti tesi fra di loro.
Queste articolazioni, racchiuse da capsule fibrose, sono stabilizzate da un apparato legamentoso e muscolare assai complesso che garantisce alla spalla un ampio raggio di movimento nello spazio ed una potente leva articolare.
Il complesso muscolare, che consente la rotazione del braccio e la sua elevazione, è indicata come cuffia dei rotatori, cui è sinergico il muscolo deltoide.
Le articolazioni della spalla permettono al braccio di compiere movimenti di flessione, estensione, abduzione, adduzione e rotazione.
Sindrome da instabilità della spalla
Quando la testa omerale esce fuori dalla cavità glenoidea si parla di lussazione, anteriore o posteriore. Se gli episodi di lussazione si ripetono si parla di spalla instabile.
L’instabilità articolare della spalla può essere causata da lassità legamentosa oppure da eventi traumatici o microtraumatici che provocano lesioni di capsula e legamenti.
La spalla instabile può dare luogo a lussazione, sublussazione o a dolore in particolari posizioni o movimenti, dovuti a spostamenti anormali della testa omerale.
 Trattamento della spalla instabile con tecnica di Latarjet Per la sindrome da spalla instabile trova indicazione il trattamento chirurgico con la tecnica di Latarjet.
Il chirurgo ortopedico realizza uno "scudo muscolare" davanti alla spalla, rimuovendo una porzione d'osso su cui si innestano alcuni muscoli e ricollocandola a ridosso del fascio muscolare da stabilizzare, mediante due viti che non verranno più rimosse.
Il caso clinico Il paziente di 26 anni è affetto da lussazione recidivante alla spalla destra. Viene sottoposto ad intervento di chirurgia ortopedica mediante tecnica Latarjet.
Resta immobilizzato per 20 giorni, poi gli viene prescritto un ciclo di riabilitazione per il recupero articolare.
Iniziamo le sedute lavorando dapprima sulla cervicale per sciogliere le tensioni muscolari che vanno dalla spalla al collo.
Mi avvalgo di tecniche osteopatiche fasciali per drenare l'edema e diminuire il dolore, che in prima seduta era molto intenso.
Quindi inizio degli esercizi passivi di flessione ed abduzione, evitando accuratamente le rotazioni che in questa delicatissima fase potrebbero essere estremamente dannose.
Nel giro di poche sedute la spalla acquista molti gradi di articolarità, diminuisce notevolmente il dolore, quindi posso iniziare a lavorare con le Facilitazione Neuromuscolari Propriocettive (metodo Kabat), che consistono in schemi di movimento spiraliformi, che rispettano l'anatomia funzionale di ogni singolo gruppo muscolare.
Infine aggiungo esercizi di carico e di propriocezione per stabilizzare l'articolazione in ogni sua componente.
Il protocollo riabilitativo si svolge in 13 sedute distribuite nell'arco di due mesi.
Il paziente ottiene il recupero completo di ogni componente articolare e la scomparsa del dolore.
Egli dovrà continuare una adeguata attività fisica allo scopo di recuperare la massa muscolare (deltoide, bicipite e tricipite) perduta a causa della forzata inattività. |
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