Il paziente, di anni 35, subisce un trauma da colpo di frusta. Nel giro di
qualche mese comincia ad avere problemi di rigidità cervicale, difficoltà
nei movimenti, soprattutto al mattino. Mi contatta e fissiamo un appuntamento. In conseguenza gli veniva impiantato un fissatore esterno, di tipo Halo Vest (vedi figura a lato) per immobilizzare la frattura, che aveva portato per otto mesi. Dall'anamnesi emerge che sei anni prima, a causa di un incidente stradale, egli aveva riportato una frattura complessa del dente dell'epistrofeo (seconda vertebra cervicale), nonché del capitello radiale. La frattura era poi guarita completamente senza particolari postumi, almeno in apparenza, fino a quel momento. Alla palpazione dell'occipite, i tessuti mi appaiono retratti, densi e assai rigidi. Tale densità tissutale è il frutto di un adattamento che avviene intorno alla zona traumatizzata dalla frattura pregressa, come per difesa del punto debole da parte dell'organismo. In sostanza le cellule fasciali, connettivali e muscolari si organizzano in maniera più stretta e densa. E' proprio tale fenomeno che, con il passare del tempo, va a creare una condizione di rigidità e quindi di dolore, in questo caso scatenato dal successivo trauma da colpo di frusta. ![]() ![]() |