Frattura pluriframmentaria dell'acetabolo: un caso clinico


Introduzione

In questo articolo tratterò delle fratture dell'acetabolo e del loro percorso riabilitativo. Illustrerò anche un caso clinico da me trattato recentemente.

L'acetabolo - cenni anatomici

Acetabolo e testa del femore
L' acetabolo, o cotile, è una cavità a forma di sferoide, situata sulla faccia esterna dell'osso dell'anca (osso iliaco), ed ha lo scopo di articolarsi con la testa del femore.
La cavità è delimitata da un margine detto ciglio cotiloideo e presenta una porzione superiore, semicircolare, detta faccia semilunata, che si articola con la testa del femore, ed una porzione profonda, costituita da una cavità quadrilatera, detta fossa dell'acetabolo. Nell'acetabolo ruota la testa del femore, dando luogo all'articolazione dell'anca (o articolazione coxo-femorale).


Fratture dell'acetabolo

RX anca normale
L'acetabolo può esser sede di vari tipi di fratture, semplici o complesse e spesso accompagnate da altre delle ossa del bacino.
Le fratture dell’acetabolo sono per lo più dovute a traumi ad elevata energia; possono presentare una notevole scomposizione dei frammenti ed essere seguite da postumi e complicanze anche invalidanti (coxartrosi post-traumatica, necrosi della testa femorale, danni neurologici e vascolari).

Le fratture del fondo dell'acetabolo consistono nello sfondamento dell'acetabolo con spostamento della testa del femore verso l'interno e sono per lo più causate da un urto violento sulla porzione laterale alla della coscia.
Le fratture del ciglio cotiloideo derivano invece dall'urto violento della testa del femore contro il ciglio stesso per una sollecitazione lungo l'asse del femore; sono frequenti nei traumi da incidente d'auto, quando l'automobilista viene proiettato in avanti, con la gamba incastrata in posizione di guida.

Trattamento delle fratture dell'acetabolo

Frattura acetabolo
Il trattamento delle fratture scomposte consiste nella loro riduzione con viti e placche dedicate. In rari casi (fratture molto frammentate, grave danno associato della testa femorale, pazienti anziani) il trattamento è costituito dalla protesizzazione dell’anca, che però è più complessa della protesi su coxartrosi. Purtroppo non si riesce sempre a ricostruire la morfologia dell'acetabolo e può sopravvenire una lieve deformità che in alcuni casi può anche essere permanente.
Dopo l'intervento la mobilizzazione dell’anca è quasi sempre concessa, ma la deambulazione sull’arto interessato è vietata per 2-3 mesi.
La guarigione da tali fratture è assai lunga (circa un anno) e richiedi lunghi cicli di riabilitazione per il recupero della funzionalità dell'arto. Ciononostante, purtroppo resta quasi sempre qualche difficoltà permanente nei movimenti, primo tra tutti la rotazione dell'anca, anche a causa dell'eccesso di callo osseo che si forma. In più c'è sempre un certo accorciamento dell'arto.

Un caso clinico

Il caso clinico che qui presento è quello di una signora di 70 anni che, a causa di incidente stradale, riportava una frattura pluriframmentaria dell'acetabolo SX, con frattura composta e pluriframmentaria della branca ischio-pubica con angolatura dei frammenti.
La signora, dopo essere stata investita, viene ricoverata in un struttura altamente specializzata in traumatologia e le viene immediatamente applicato un fissatore esterno per il bacino che porterà per circa tre mesi.
Alla rimozione del fissatore, la paziente viene ricoverata in una clinica di riabilitazione, dove viene sottoposta ad un ciclo di sedute di fisioterapia, allo scopo di ripristinare la posizione seduta, la stazione eretta e quindi la deambulazione con canadesi.
Dopo un mese di degenza, viene dimessa con la prescrizione di altro ciclo di fisioterapia, da eseguire a domicilio.

A questo punto iniziamo le sedute, con una frequenza di tre a settimana.
Poiché l'arto risulta gonfio e duro al tatto, comincio a lavorare sui tessuti molli, per riattivare la circolazione sanguigna, linfatica e tissutale.
Lavoro sull'ileo-psoas e sul tensore della fascia-lata, poiché sono entrambi tesi e retratti.
Quindi iniziamo degli esercizi di kinesi attiva-assistita in decubito supino per la flessione dell'anca a gamba tesa, esercizi di triplice flessione, esercizi di abduzione, esercizi per migliorare l'apertura dell'anca a gamba flessa.
Poi, in decubito laterale, svolgiamo esercizi per il rinforzo dei glutei; quindi in decubito prono, per applicare dei pompages al muscolo quadricipite, poiché è retratto.
La signora non può effettuare cure a base di eparina, per cui ritengo opportuno sottoporla a delle sedute di Tecarterapia, dalle quali ottiene un notevole beneficio.

Risultati

La signora si sente nettamente più sciolta, riesce a muoversi in modo quasi normale durante le attività quotidiane: lavarsi, vestirsi, salire e scendere le scale, ecc.