IntroduzioneIn questo articolo tratterò delle fratture dell'acetabolo e del loro percorso riabilitativo. Illustrerò anche un caso clinico da me trattato recentemente.L'acetabolo - cenni anatomici![]() La cavità è delimitata da un margine detto ciglio cotiloideo e presenta una porzione superiore, semicircolare, detta faccia semilunata, che si articola con la testa del femore, ed una porzione profonda, costituita da una cavità quadrilatera, detta fossa dell'acetabolo. Nell'acetabolo ruota la testa del femore, dando luogo all'articolazione dell'anca (o articolazione coxo-femorale). Fratture dell'acetabolo![]() Le fratture dell’acetabolo sono per lo più dovute a traumi ad elevata energia; possono presentare una notevole scomposizione dei frammenti ed essere seguite da postumi e complicanze anche invalidanti (coxartrosi post-traumatica, necrosi della testa femorale, danni neurologici e vascolari). Le fratture del fondo dell'acetabolo consistono nello sfondamento dell'acetabolo con spostamento della testa del femore verso l'interno e sono per lo più causate da un urto violento sulla porzione laterale alla della coscia. Le fratture del ciglio cotiloideo derivano invece dall'urto violento della testa del femore contro il ciglio stesso per una sollecitazione lungo l'asse del femore; sono frequenti nei traumi da incidente d'auto, quando l'automobilista viene proiettato in avanti, con la gamba incastrata in posizione di guida. Trattamento delle fratture dell'acetabolo![]() Dopo l'intervento la mobilizzazione dell’anca è quasi sempre concessa, ma la deambulazione sull’arto interessato è vietata per 2-3 mesi. La guarigione da tali fratture è assai lunga (circa un anno) e richiedi lunghi cicli di riabilitazione per il recupero della funzionalità dell'arto. Ciononostante, purtroppo resta quasi sempre qualche difficoltà permanente nei movimenti, primo tra tutti la rotazione dell'anca, anche a causa dell'eccesso di callo osseo che si forma. In più c'è sempre un certo accorciamento dell'arto. Un caso clinicoIl caso clinico che qui presento è quello di una signora di 70 anni che, a causa di incidente stradale, riportava una frattura pluriframmentaria dell'acetabolo SX, con frattura composta e pluriframmentaria della branca ischio-pubica con angolatura dei frammenti.La signora, dopo essere stata investita, viene ricoverata in un struttura altamente specializzata in traumatologia e le viene immediatamente applicato un fissatore esterno per il bacino che porterà per circa tre mesi. Alla rimozione del fissatore, la paziente viene ricoverata in una clinica di riabilitazione, dove viene sottoposta ad un ciclo di sedute di fisioterapia, allo scopo di ripristinare la posizione seduta, la stazione eretta e quindi la deambulazione con canadesi. Dopo un mese di degenza, viene dimessa con la prescrizione di altro ciclo di fisioterapia, da eseguire a domicilio. A questo punto iniziamo le sedute, con una frequenza di tre a settimana. Poiché l'arto risulta gonfio e duro al tatto, comincio a lavorare sui tessuti molli, per riattivare la circolazione sanguigna, linfatica e tissutale. Lavoro sull'ileo-psoas e sul tensore della fascia-lata, poiché sono entrambi tesi e retratti. Quindi iniziamo degli esercizi di kinesi attiva-assistita in decubito supino per la flessione dell'anca a gamba tesa, esercizi di triplice flessione, esercizi di abduzione, esercizi per migliorare l'apertura dell'anca a gamba flessa. Poi, in decubito laterale, svolgiamo esercizi per il rinforzo dei glutei; quindi in decubito prono, per applicare dei pompages al muscolo quadricipite, poiché è retratto. La signora non può effettuare cure a base di eparina, per cui ritengo opportuno sottoporla a delle sedute di Tecarterapia, dalle quali ottiene un notevole beneficio. RisultatiLa signora si sente nettamente più sciolta, riesce a muoversi in modo quasi normale durante le attività quotidiane: lavarsi, vestirsi, salire e scendere le scale, ecc. |